lunedì 30 aprile 2012

I vitigni del Casentino


In passato la viticoltura era molto diffusa in Casentino, come nel resto della Toscana. Le viti erano maritate e onnipresenti come coltura promiscua ai seminativi. Nei poderi sono ancora presenti numerosi esemplari di vitigni diffusi localmente, questa ricchezza, insieme alla presenza di alcune aziende specializzate e della manifestazione “Il Gusto dei Guidi”, ha spinto l'ex Comunità Montana e il C.R.A. a portare avanti un progetto di ricerca sui vitigni del Casentino. Venerdì 27 Aprile, al Castello dei Conti Guidi di Poppi, sono stati presentati i primi risultati. Erano presenti Carlo Chiostri (Regione Toscana), Luca Santini (Unione dei Comuni Montani del Casentino), Luca Segantini (Unione dei Comuni Montani del Casentino), Paolo Storchi (C.R.A.), Franco Giannetti (C.R.A), Marco Biagioli (Az. Agr. Ornina).

Dal 2003 sono stati raccolti 123 campioni, che sono stati moltiplicati e impiantati in un vigneto collezione presso l'Az. Agr. La Mausolea. Per un terzo si tratta di vitigni a bacca bianca e ci sono anche 5 tipi di uva da tavola.
L'Az. Agr. Il Pozzo, di Capolona, ha invece impiantato un vigneto di Moscato di Subbiano, e sta collaborando nello studio di questa tipologia.
I vitigni sono stati caratterizzati con descrizioni ampelografiche e analisi del DNA su 72 campioni, che hanno permesso di scoprire alcune sinonimie e identificare un campione senza nome come un esemplare di Syrah. E' stata effettuata un'analisi sanitaria, da cui è risultata una buona percentuale di materiale esente da virosi; ciò fa ben sperare per la possibilità di impiegare le piante raccolte per la produzione di nuove piante. Inoltre sono stati studiati la fenologia (epoca di germogliamento e maturazione), e la presenza di vari composti nelle uve: gli zuccheri, che determinano il potenziale sviluppo di gradi alcolici del vino, polifenoli, antociani e acidità che caratterizzano ciascun vitigno influenzandone sapore, colore e evoluzione nell'invecchiamento.

Alcuni vitigni sono risultati particolarmente interessanti: il Moscato di Subbiano, su cui stanno facendo delle prove di spumantizzazione, il Morellone per l'elevato contenuto in polifenoli e acidi e per l'effetto colorante. Altre varietà potrebbero essere ben valorizzate per la produzione di succhi o per il miglioramento genetico.

E' stato proposto l'assaggio di mini vinificazioni sperimentali, monovarietali: Crepolino, Moscato di Subbiano, Aleatico, Morellone, mentre i vini di alcune aziende casentinesi (La Civettaja, Ornina, La Mausolea, Casina d'Agna) hanno accompagnato il buffet di prodotti tipici.

Nella prospettiva del cambiamento climatico in atto, si pensa che il Casentino possa diventare una zona particolarmente adatta alla viticoltura, riprendendo una tradizione già presente; i risultati ottenuti dalle aziende fanno ben sperare in proposito.

2 commenti:

  1. salve. vorrei cortesemente sapere se in casentino esiste un vitigno autoctono chiamato pentana..grazie.

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  2. salve, vorrei cortesemente sapere se in casentino esiste un vitigtoono autoctono denominato "pentana" grazie

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